Allievo di Ingres, la sua opera si situa nel solco del Neoclassicismo e nella pittura accademica. Prix de Rome nel 1832, si dedicò alla pittura di storia e poi ai temi della pittura religiosa.
Eseguì affreschi nell’Abbazia di Saint-Germain-des-Prés e nella chiesa di Saint-Vincent-de-Paul a Parigi. Membro nel 1853 dell’Académie des beaux-arts, nel 1863 si trasferì in Italia, morendovi l’anno dopo di vaiolo.
Anche due suoi fratelli, Auguste (1804-1842), e Paul Jean (1811-1902) furono pittori.
Nel giudizio dell’epoca, si vide in Flandrin un seguace spiritualista di Ingres, colui che trasformò l’ideale pagano del Maestro in ideale cristiano: «più preoccupato dell’idealizzazione del pensiero che dell’idealizzazione della forma, più innamorato del senso che della lettera, più preso dal sentimento psicologico che dal senso materiale, diede a vaghe ispirazioni mistiche un’anima cristiana, la cui legge estetica si trova nei più profondi e segreti abissi della loro fede». [1]
A pupil of Ingres, his work lies in the wake of neo-classicism and academic painting. Prix de Rome in 1832, he devoted himself to history painting and then to the issues of religious painting.
He painted frescoes in the Abbey of Saint-Germain-des-Prés and the church of Saint-Vincent-de-Paul in Paris. Member in 1853 of the Académie des beaux-arts, moved to Italy in 1863 and died of smallpox a year later.
Even two of his brothers, Auguste (1804-1842), and Jean Paul (1811-1902) were painters.
In the opinion of the time, saw a follower Flandrin spiritualist of Ingres, who converted the pagan ideal of the Master in Christian ideal, "more concerned about the idealization of the thought that the idealization of form, more in love with the sense that the letter, most taken from the psychological feeling that the material sense, he gave a vague mystical Christian soul inspiration, the aesthetic law which is in the deepest and most secret depths of their faith.
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